Hotel Savoia, Arta Terme

Anche all’osservatore più distratto che si trovi a percorrere l’antica via Julia che porta al Passo di Monte Croce Carnico nei pressi di Arta Terme, non sfugge l’elegante silhouette della torre panoramica dell’ Hotel Savoia. Se poi, attratto dall’insolito incontro, decidesse di addentrarsi nel paese lo accoglierebbe l’imponente prospettiva della piazza che comprende non solo il grande volume neoclassico dell’albergo, ma anche un filare di gelsi che inizialmente era più lungo e l’elegante volume del municipio sullo sfondo.

Se il curioso ospite scegliesse di dare un’occhiata alle foto storiche rimarrebbe ancor più impressionato dalla ricchezza dei dettagli parzialmente scomparsi con il terremoto del 1976 e dall’importanza che il luogo suggerisce. Se la sua curiosità si spingesse ancora oltre scoprirebbe che si trattava di un importante luogo di cura con stabilimento termale ed idroterapico, dotato di tutti i comfort che l’epoca poteva offrire.

Data di costruzione 1870. In origine “Albergo Grassi”, ospitava una clientela ricca e raffi nata proveniente da tutta Italia. Gli ospiti potevano godere di tutte le comodità dell’epoca, come i collegamenti giornalieri con la stazione ferroviaria della Carnia, le cure termali interne e gli intrattenimenti presso il salone delle feste e all’aperto nell’ampio parco.

Per dire che chi ha pensato e costruito tutto questo era qualcuno che riteneva che Arta sarebbe diventata un’altra Baden Baden oppure Rogaska Slatina, o quantomeno Abano Terme. Quelle che vediamo oggi sono le vestigia di un grande sogno realizzatosi solo in parte. Le Terme di Gino Valle poco più avanti sono degli anni ‘60… e stanno a significare che il sogno in quegli anni era diverso ma ancora vivo.

L’albergo era di proprietà del comune, e abbiamo vinto il concorso per la sua ristrutturazione.

Da un punto di vista strettamente architettonico i temi che abbiamo sviluppato nella realizzazione del progetto sono tre.

  • L’adattamento del corpo centrale ai nuovi standard funzionali richiesti dal mercato turistico.
  • La costruzione di una nuova ala che comprende i nuovi servizi del wellness e porta il numero delle camere al minimo sostenibile dal bilancio dell’albergo.
  • Il completamento/ricostruzione della testata est che diventa cerniera funzionale rispetto all’albergo e fulcro urbanistico rispetto al paese.

In questo caso il processo progettuale è stato lungo e faticoso: trovare il giusto equilibrio con l’edificio storico è molto difficile. Fra una redazione e l’altra abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare con Flora Ruchat-Roncati, professore al ETH di Zurigo.

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