Ristrutturazione hotel a Bibione
L’Hotel Firenze è un albergo nato insieme a una città inventata negli anni ‘50 e costruita sulla laguna, ormai bonificata, conosciuta fin dall’antichità come Insulae Bibionis.
Le città inventate sono spesso non riconoscibili, proprio come le città invisibili di Italo Calvino.
“L’uomo che viaggia e non conosce ancora la città che lo aspetta lungo la strada si domanda come sarà la reggia, la caserma, il mulino, il teatro, il bazar. In ogni città dell’impero ogni edificio è differente e disposto in diverso ordine: ma appena il forestiero arriva alla città sconosciuta e getta lo sguardo in mezzo a quella pigna di pagode e abbaini e fienili, seguendo il ghirigoro di canali, orti, immondezzai, subito distingue quali sono i palazzi dei principi, quali i templi dei grandi sacerdoti, la locanda, la prigione, la suburra. Così – dice qualcuno – si conferma l’ipotesi che ogni uomo porta nella mente una città fatta soltanto di differenze, una città senza figure e senza forma, e le città particolari la riempiono”.
Nel ristrutturare l’albergo di una città invisibile si tratta, dunque, di riaffermare la sua pretesa ad essere, comunque, un luogo. È lecito interrogarsi sul criterio di scelta che governa una costruzione fatta in fretta, in economia, dove poi, paradossalmente,si trova un pavimento del genere!
Quale altro pavimento dopo 40 anni poteva essere restaurato e non rimosso?
…Anche la disposizione dell’edificio, le sue
dimensioni equilibrate, presentavano una
qualità di fondo che normalmente in questo
tipo di alberghi non c’è…
Nel ristrutturare l’albergo di una città invisibile si tratta, dunque, di riaffermare la sua pretesa a essere, comunque, un luogo.
Gli interventi
Nel ristorante c’è sempre la necessità di avere un tavolo per camera: ogni nucleo familiare, infatti, ha piacere di utilizzare il medesimo per tutta la durata del soggiorno. Si possono avere nuclei da due da tre, da cinque, da uno: abbiamo cercato quindi un formato di tavolo e un sistema di aggregazione adeguato.
Il buffet, che nella ristorazione alberghiera è un tema importante, è lunghissimo come una nave ma, grazie al fatto di essere in acciaio inox riflette il marmo, e sparisce.
Il portico è diventato un interno, uno spazio ampio dove stare tranquilli e freschi.
L’abbiamo valorizzato facendo l’operazione inversa rispetto al progetto originario: ora si guarda dentro e non fuori, sulla strada. L’Hotel Firenze non dà sul mare, quindi abbiamo deciso di creare degli spazi rinchiusi su se stessi.
Le camere erano piccole e, dato il passo strutturale, non era possibile ingrandirle: bisognava usare tutti gli artifizi possibili per migliorare la percezione e il vissuto dell’ambiente. E allora ecco le porzioni di muro blu scuro, per far perdere il senso dello spazio e creare una finestra buia dentro la quale far vagare l’immaginazione…
Un semplice elemento a incastro nasconde uno o più letti, con relative coperte e cuscini…
La grande testata del letto fissa e nasconde cavi e prese.
Il bagno è nero perché il nero annulla l’effetto delle dimensioni: non ti permette di misurare lo spazio che, anche se minimo, funziona.